Villa Cannone: un libro sulla storica dimora di Marina Palmense
Il volume dell’antropologo fermanoGiacomo Recchioniricostruisce la storia dell’antica dimora nobiliare diVilla Cannone a Marina Palmense(FM),scrigno che custodisce il passato e la cultura del territorio.Questo interessante lavoro di ricerca sarà presentato il 28 settembre 2023 con un evento aperto al pubblico a cui partecipa anche laFondazione Marche Cultura, nella figura del Presidente Avv. Andrea Agostini,autore della prefazione dell’opera.
In un volume di 228 pagine, corredato da un’accurata documentazione fotografica, bellissime immagini e numerose fonti d’archivio, Giacomo Recchioni con la collaborazione di amici e professionisti del settore e con i contributi di Walter Scotucci, Oronzo Mauro, Luca Lenarduzzi e Massimo Spagnoli, ha indagato e riportato alla luce la storia di Villa Cannone. Punto di partenza il territorio palmense, di origini assai remote, chiamato Ager palmensis dallo scrittore Plinio il Vecchio, cornice entro la quale vengono ripercorse le vicende secolari della villa, anche attraverso i personaggi illustri che intorno ad essa hanno gravitato in momenti significativi della loro vita, influendo profondamente sui nostri luoghi. A Gabriele D’Annunzio, in particolare, che proprio a Villa Cannone scelse di trascorrere la luna di miele con Maria Harduin, ospite del Conte Garulli, viene dedicato un corposo approfondimento.
Chi ama la storia locale non potrà che appassionarsi a queste pagine, che documentano i fatti e l’evoluzione di questo luogo affascinante e ci conducono in un viaggio tra le pieghe del tempo di un intero territorio.
“L’aspetto che mi ha sempre affascinato di più, nella lettura di opere dedicate a luoghi, personaggi o episodi salienti di un territorio, è il filo sottile che lega la piccola e la grande storia. – scrive nella prefazione al libro l’Avv. Andrea Agostini, Presidente di Fondazione Marche Cultura – Il racconto della comunità locale che si intreccia con gli accadimenti ed i protagonisti che hanno inciso nella storia d’Italia e del mondo. Questo volume, sapientemente curato da Giacomo Recchioni, connette in modo efficace questi due aspetti. Ci narra la genesi, le mutazioni nei secoli, dell’area di Marina Palmense e Torre di Palme, concentrandosi poi sul ruolo di Villa Cannone all’interno della comunità e della società fermana, il suo essere stata nei secoli punto di riferimento della mondanità. Al contempo, lega questa dimora storica di pregio e le famiglie che l’hanno posseduta nel tempo, alle amicizie ed agli ospiti illustri che l’hanno conosciuta. Su tutti, il poeta Gabriele D’Annunzio che proprio in questa villa trascorse la sua luna di miele nel 1883.“
L’antica dimora di Villa Cannone
Immersa in un grande parco verde, a 500 metri dal mare, nella piccola frazione Marina Palmense del Comune di Fermo, sorge un’antica dimora di origine medioevale: Villa Cannone, custode di una storia centenaria e avvolta in un’atmosfera ricca di fascino. Uno di quegli angoli di territorio, scrive l’autore, sfuggiti alla deformazione dell’era moderna, che hanno preservato dunque la bellezza originaria dei nostri luoghi, proprio quella che il volume di Recchioni mira a farci riscoprire.
Il complesso di Villa Cannone potrebbe essere stato costruito, in base alla documentazione raccolta da Recchioni, intorno alla seconda metà del 1700, sulle rovine di un vecchio fortino difensivo. La struttura ha visto nei secoli l’alternarsi di diversi proprietari (Cordella, Paccaroni, Garulli) e ha conosciuto numerosi interventi architettonici, mantenendo però inalterato nel complesso il suo stile. La villa fu un importante punto di ritrovo mondano della nobiltà romana e locale e molti personaggi vi trascorsero del tempo, da D’Annunzio all’architetto Sacconi, ideatore dell’Altare della Patria a Roma, alla contessa Spaur e il principe Orsini. La magia dei tempi passati riecheggia tra le sale della Villa e nelle eleganti sale affrescate, sapientemente restaurate e recuperate, come quella della vecchia scuderia dalle volte a botte. Gli ampi e massicci portoni in legno, gli architravi e gli stemmi pontefici, rievocano un passato importante.
Dal 2008 Villa Cannone è gestita dalla Famiglia Squarcia, punto di riferimento della Ristorazione palmense e fermana, che ha adibito la storica residenza a luogo esclusivo per cerimonie e matrimoni, riportandola agli sfarzi del passato, quand’era considerata una delle sedi mondane preferite dalla classe aristocratica. Il Parco intorno alla Villa, che era un tempo un grande agrumeto, è stato arricchito di numerose piante ornamentali e autoctone che lo hanno reso un “giardino mediterraneo”; delicati fiori, palme e cascate di edera, la fontana del XVI secolo restaurata, offrono una cornice unica per le cerimonie estive all’aperto.
Il libro su Villa Cannone: intervista all’autore Giacomo Recchioni
L’antropologo fermano Giacomo Recchioni
Cosa ti ha spinto a voler approfondire la storia di Villa Cannone?
Amor di terra natìa, scriveva Adolfo De Carolis, artista marchigiano e amico del Vate. È stato questo sentimento, insieme alla passione per la ricerca storico-antropologica di fonti che trattano il Piceno, a spingermi nell’approfondire la storia di Villa Cannone, antica dimora settecentesca e rifugio mondano dell’aristocrazia italiana ed europea. Avevo intuito che quel luogo aveva delle verità storiche celate, torbide, in alcuni casi confuse e quindi, essendomi già occupato di casi-studio simili, ho deciso di iniziare la ricerca e la successiva stesura, cercando di fare chiarezza e laddove possibile di arricchire lo stato degli studi presenti, avvalendomi anche dell’aiuto di amici e colleghi.
Quali sono le origini della Villa? Che ruolo ha avuto questo luogo nel ‘900?
Alla luce delle recenti acquisizioni e dalle fonti d’archivio custodite presso l’Archivio di Stato di Fermo e di Ascoli Piceno posso affermare che il più antico documento da me reperito risale al 1777, all’interno del Catasto Piano. All’epoca la Villa tutto sommato aveva le medesime fattezze, con la differenza che quello che nella fine dell’Ottocento era un giardino all’inglese e oggi appare come un curato giardino bio-mediterraneo, nel Settecento consisteva in un florido agrumeto, comune all’epoca nel litorale palmense e cuprense. La villa è stata eretta verosimilmente sulle rovine di un piccolo forte atto al presidio militare della costa che in alcuni casi veniva assalita dalle incursioni piratesche. Successivamente Villa Cannone, a partire dal 1823, pionieristicamente iniziò a distinguersi come ambita meta di villeggiatura; un paradiso dove il clima mite e l’amenità dei paesaggi rendeva piacevole lo scorrere del tempo. In quell’anno fece scalpore l’arrivo a Marina Palmense, presso Villa Cannone, di Teresa Giraud Spaur, nobil donna italo-francese, lodata da Standhal per il suo fascino tipico del “grazioso italiano”. Nell’agosto del 1883 a scegliere Villa Cannone sono stati anche Gabriele D’Annunzio con sua moglie, la Contessina Maria Hardouin. Qui hanno trascorso la loro “luna di miele”. Nella seconda metà del Novecento invece, anche l’icona sexy Belinda Lee frequentò la Villa. Ancora vivi sono i ricordi negli anziani da me interpellati quando Belinda assieme al Principe Filippo Orsini frequentavano la spiaggia palmense e quella sangiorgese, presso la Lega Navale Italiana, non passando di certo inosservati.
D’Annunzio nelle spiagge piceneRitratto di Maria HardouinLa porta dove, secondo Garulli, D’annunzio lasciò la sua firma
In che modo la storia di Gabriele D’Annunzio è legata alle Marche?
Il legame tra Gabriele D’Annunzio e le Marche è davvero molto forte quanto sconosciuto, a partire dalle sue origini da parte paterna che, come sostenuto di recente da Giordano Bruno Guerri, si rintracciano a partire dal Cinquecento nelle Marche meridionali, nello specifico a Poggio, Montefiore, Campofilone e Fermo. Nelle Marche inoltre, in modo particolare nel Piceno e ad Ancona in particolar modo, D’Annunzio aveva instaurato salde amicizie e proficui rapporti lavorativi. Come non ricordare l’amico Adolfo De Carolis di Montefiore dell’Aso, il poeta anconetano Adolfo De Bosis, i Conti Camillo ed Ernesto Garulli di Marina Palmense, il Marchese Trevisani, detto Cesare d’Altidona, oppure gli artisti Gaetano Orsolini di Montegiorgio e Diego Pettinelli di Matelica. Nelle Marche sono confermate dai documenti le visite del Vate al monte Conero, a Portonovo, in Ancona, a Porto San Giorgio, presso lo stabilimento dei Canottieri Piceni così come a Villa Cannone di Marina Palmense, dimora quest’ultima frequentata assiduamente a causa dell’amicizia con Ernesto Garulli.
Ci sarebbe quindi materiale per un documentario relativo alla presenza di D’Annunzio nelle Marche?
Direi proprio di sì e sarebbe un modo geniale e pratico per riportare in auge e far conoscere un territorio ancora intatto e un pezzo di storia, quello della Belle Époque, che ha interessato le Marche sotto vari aspetti: dall’arte all’architettura, dal pensiero al costume.
L’evento di presentazione
Il lavoro curato da Giacomo Recchioni che ricostruisce la storia di questo affascinante luogo verrà presentato dall’autore giovedì 28 settembre 2023 alle ore 19, in un evento aperto al pubblico all’interno del bellissimo parco di Villa Cannone, proprio nel luogo dove in passato la nobiltà si ritrovava, dove fino al 2001 sorgeva una grande quercia. Circondati dal colorato e profumato giardino della dimora e immersi nella magica luce del tramonto, potrete rivivere attraverso il racconto dell’autore il percorso di ricerca che ha dato vita al volume e le tappe dell’appassionante storia secolare di Villa Cannone. All’evento sarà presente il Presidente della Fondazione Marche Cultura Avv. Andrea Agostini, che ha firmato la prefazione del volume, esaltando il grande impegno degli autori nella valorizzazione della storia locale e di un luogo simbolo del territorio fermano.
Per informazioni sull’evento: info@villailcannone.it
Tutte le immagini sono tratte, per gentile concessione dell’autore, dal volume “Villa Cannone” curato da Giacomo Recchioni.
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