“Città Amica”: format culturale e scientifico, quest’anno sulle dipendenze
È giunto quest’anno alla sua decima edizione “Città Amica”, l’evento culturale e scientifico ideato dalla dott.ssa Mirella Staffolani, organizzato in collaborazione con il Comune di Macerata-Assessorato alle Pari Opportunità, proponendo un focus sulle dipendenze e patologie psichiatriche giovanili.
L’appuntamento, che si è svolto al teatro Lauro Rossi di Macerata sabato 2 dicembre alle ore 21, si è posto l’obiettivo di divulgare, attraverso la cultura ed il teatro, buone pratiche di medicina preventiva e corretti stili di vita. L’evento si è strutturato in due parti: uno spettacolo teatrale introduttivo al tema (“Appuntamento alla fine del mondo”, scritto e diretto da Leonardo Accattoli che parla di due giovani ragazzi che cercano nel teatro una soluzione ai loro problemi) che poi è stato trattato attraverso un tavolo scientifico su disagi e patologie, realizzato proprio sul palco all’interno della scena, in cui sono stati coinvolti specialisti che hanno affrontato insieme alla platea l’argomento.
Hanno moderato gli interventi Francesca Caldarelli psicoterapeuta con lunga esperienza di psicologa consultoriale e Mirella Staffolani pediatra già Responsabile della UO consultoriale di Macerata. Quest’anno gli organizzatori hanno pensato anche di coinvolgere i Clubs Service del territorio per fare una donazione alla Pediatria dell’ospedale di Macerata.
“Sempre di più il mondo adulto sembra impreparato rispetto alle condizioni giovanili – esordisce Francesca D’Alessandro, vicesindaco e assessore alle politiche sociali del comune di Macerata –, incapace d’intervenire e aiutare nella risoluzione dei problemi. Le fragilità dei giovani richiedono profonde riflessioni e in questo il nostro impegno è forte“.
“Una giornata ricca di stimoli – commenta il Presidente di Fondazione Marche Cultura Avv. Andrea Agostini intervenuto all’evento – che ha affrontato il disagio giovanile e le dipendenze da una prospettiva originale, fondendo la dimensione scientifica con quella culturale. È quanto mai opportuno che le istituzioni si interroghino su questi temi, in un tempo che ha visto crescere le fragilità dei ragazzi. Il teatro, come più in generale ogni forma di espressione, può essere veicolo di crescita personale, palestra di relazioni sane e parte attiva in un percorso di guarigione.”
Un format culturale per affrontare tematiche scientifiche
“Ho creato questo format perché sono convinta che è necessario pensare un nuovo modo di promuovere la salute ed il teatro è il miglior veicolo per accendere l’attenzione su tematiche sanitarie di interesse comune. Quest’anno – spiega Mirella Staffolani, pediatra e presidente dell’Associazione “Duma Cultura e Salute” -, su indicazione dell’OMS, abbiamo deciso di trattare il tema delle dipendenze e della patologia psichiatrica, problemi sui quali la pandemia ha inciso notevolmente. La cultura è un veicolo d’informazione e solo facendo rete si ottengono buoni risultati. Il messaggio che si vuole dare con questo format culturale/scientifico è che il teatro oltre ad essere una terapia può essere un mezzo per divulgare anche tematiche scientifiche perché riesce a parlare in modo più disteso e meno strutturato.”
“C’è una nuova dimensione antropologica da considerare – afferma Massimo Mari, direttore U.O.C. Psichiatria di Jesi. C’è bisogno di un nuovo approccio, una nuova ricerca che la teatralità ci permette di sviluppare“.
“Le dipendenze sono molto presenti e gravi – continua il direttore del Dipartimento Dipendenze Ast Macerata, Gianni Giuli –, ad oggi si parla anche di quelle digitali. Il teatro invece significa relazione, è un motivo per uscire di casa, per riflettere insieme e sviluppare un pensiero critico. È proprio questo pensiero che manca a tutti, giovani compresi”.
Lo spettacolo teatrale che porta in scena patologie e difficoltà
È andata in scena l’opera “Appuntamento alla fine del mondo”, scritta e diretta da Leonardo Accattoli con la collaborazione in regia di Rebecca Liberati. Mily Cultrera di Montesano, attrice romana che conta nel suo curriculum la partecipazione a films italiani e stranieri e a diverse opere teatrali, e Tommaso Accattoli, giovane attore e doppiatore, hanno interpretato la storia di due ragazzi che, nascosti in un teatro, provano a risolvere i loro problemi mettendo in scena uno spettacolo.
”Lo spettacolo è stato scritto appositamente per l’evento – afferma il regista – e tratta i disturbi psichiatri nei giovani e la tossicodipendenza, problematiche che hanno subito un’accellerazione dopo il Covid. “Appuntamento alla fine del mondo” è un titolo un po’ provocatorio che vuole descrivere questa epoca in cui in giovani si sentono di poter bruciare il loro presente in assenza di futuro. I due protagonisti guariranno proprio attraverso la relazione: l’attenzione dell’una verso l’altro, l’ascolto reciproco e l’accettazione delle fragilità. Il testo è mio e la regia è in collaborazione con Rebecca Liberati che ha messo nello spettacolo una sensibilità sorprendente e il risultato che è uscito fuori è in gran parte anche merito suo.
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