20.04.2024

Adolfo De Carolis e l’Art Nouveau nel Piceno

Il 2024 è un anno molto importante per l’Italia e per i suoi geni. Si celebrano infatti i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi (1874 – 1937) e di Adolfo De Carolis (1874 – 1928): inventore della radio il primo, poeta dell’immagine il secondo, uniti da un periodo storico di estrema vivacità permeata di voglia di fare e di innovare. Il nostro Adolfo De Carolis, artista poliedrico, nato a Montefiore dell’Aso in una casa di recente restauro, percorse le nostre terre per divenire un artista ed intellettuale di spicco nazionale tanto da essere il riferimento dell’immagine nella letteratura, nell’architettura, nell’editoria, nelle “arti minori” e nell’industria.

In ogni luogo, il De Carolis sempre seppe dare un contributo pertinente senza mai perdere di vista una poetica di respiro personale ed originale; è proprio ad Ascoli Piceno che il De Carolis puntò la sua attenzione sulla ceramica valorizzando le locali eccellenze centrate sull’impresa Matricardi e sui ceramisti ascolani evocati dalla Dott.ssa P. Petracci. La città di Ascoli è peraltro luogo privilegiato, come il sindaco M. Fioravanti e il Presidente di Fondazione Marche Cultura A. Agostini avranno modo di sottolineare, per salutare i 150 anni di De Carolis per via delle opere, oltre alla ceramica, che in questa città il De Carolis ebbe a lasciare mescolando divinamente iconografie antiche e tradizioni locali.

Nel corso di questo incontro, che si terrà Domenica 21 Aprile alle ore 16,30 nella prestigiosa Sala De Carolis / Ferri presso il Palazzo dell’Arengo, diversi studiosi, da angoli diversi, ragionano sul ruolo di Adolfo De Carolis nelL’Art Nouveau sempre tenendo a mente i valori artistici locali portati dai ceramisti della città di Ascoli Piceno. 

Il Prof. S. Papetti introduce il complesso tema del Liberty nel Piceno ripreso poi dal Prof. M. Egidi proprio nel caso di Villa Blanc, decorata dal De Carolis e restaurata nel corso degli ultimi anni. L’antropologo G. Recchioni, ideatore dell’evento, tocca il tema sottile del De Carolis etnografo, mentre il Prof. O. Mauro farà un rapido ex-cursus sulla vita di Adolfo De Carolis.  Ad armonizzare gl’interventi, la giornalista P. Dragoni, esperta di Adolfo De Carolis.

Esprimo vivo apprezzamento per l’impegno degli organizzatori di questo convegno – commenta il presidente di Fondazione Marche Cultura presente all’evento -. La celebrazione di ricorrenze significative, come i 150 anni dalla nascita di Adolfo De Carolis, permette di riscoprire e valorizzare la memoria ed il lascito di grandi marchigiani. Non c’è dubbio che siamo nel posto giusto per ricordare questa figura significativa. Tra le sue opere di maggior pregio abbiamo infatti la decorazione del Salone delle feste al Palazzo del governo di questa città, opera per la quale, tra l’altro, De Carolis rifiutò qualunque compenso, considerandolo un dono alla comunità, un gesto di gratitudine. Nell’opera di questo artista totale, che esplorò svariate forme di espressione, pittura, decorazione, xilografia, fotografia, scenografia, le Marche, le radici, ricorrono continuamente. Abbiamo detto di Ascoli, potremmo parlare di lavori effettuati a San Benedetto del Tronto, a Macerata, alla sua Montefiore che gli ha dato i natali, del manifesto celebrativo della battaglia di Castelfidardo, del disegno della Sibilla, raffigurato nell’etichetta del popolare amaro etichetta dell’Amaro Sibilla, prodotto della distilleria Varnelli, in un tempo in cui i grandi artisti si misuravano spesso con il linguaggio pubblicitario. Non è un caso che De Carolis intrattenne una prolungata amicizia ed una fitta corrispondenza con il vate Gabriele D’Annunzio. In De Carolis l’arte tocca vette altissime, ma si accompagna alla valorizzazione del piccolo, dell’artigianale, dell’arte popolare, dalla ceramica al tessile, fino al legno delle barche dei pescatori. In questo aspetto credo si possa leggere la profonda “marchigianità” di una figura che ha conosciuto i più grandi artisti ed intellettuali della sua epoca, ha lasciato ovunque tracce del suo talento, senza tuttavia mai perdere le proprie radici.”

Chi è Adolfo de Carolis?

Adolfo De Carolis nasce nel 1874 a Montefiore dal padre Gioacchino, medico condotto originario di Cossignano, e dalla madre Ester Pompei, originaria di San Benedetto del Tronto. Resterà però sempre legato a Montefiore, dove tornerà spesso per ritrovare «la quiete profumata e sinuosa dell’Aso, nel lembo di mare che azzurreggia giù in fondo». Muore a Roma nel 1928 e viene sepolto nel cimitero del Verano. Nel 1950 le sue spoglie vengono trasferite nella chiesa di San Francesco a Montefiore.

È stato un pittore, restauratore, decoratore, incisore, illustratore, xilografo e fotografo italiano. Protagonista dell’arte italiana idealista e simbolista fra Ottocento e Novecento, De Carolis ha influito in modo determinante negli sviluppi formativi del gusto floreale, operando in egual misura anche nei campi dell’illustrazione, della pittura e della fotografia. Frequentemente collocato dalla critica nel contesto liberty, De Carolis oppone però polemicamente la sua fede artistica nella tradizione rinascimentale ed ermetica alle bizzarrie organicistiche dell'”arte nuova”, come appare in particolare in un articolo sul Leonardo dopo una visita alla Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. La sua opera esibisce piuttosto un’evoluzione dell’estetica preraffaellita, fortemente condizionata da modelli e stilemi del giapponismo, da un lato, e da un inquieto formalismo di stampo michelangiolesco, dall’altro. De Carolis ha collaborato con grandi letterati, illustrando con disegni e xilografie opere di Gabriele D’Annunzio e di Giovanni Pascoli, con una maniera grafica inconfondibile, decorativamente organica tanto all’architettura tipografica quanto ai contenuti.

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