Il progetto ha avuto origine quando lo stesso regista si è imbattuto nella ricostruzione storica di una vicenda avvenuta a Sarnano nel 1944: una partita di calcio tra militari e civili, imposta dalle truppe naziste e arbitrata da Mario Maurelli, futuro arbitro di serie A. « Quello che mi ha colpito non è stata la partita in sé, sulla cui ricostruzione esistono diversi lavori, quanto il suo risvolto umano» racconta il regista Stefano Monti. « Questa vicenda mi ha ispirato una riflessione sul ruolo dell’arbitro, quella figura super partes che in guerra non esiste. Così è nato il protagonista, Michele, un personaggio che tenta utopicamente di essere un arbitro anche nella vita, un uomo che non si schiera non per paura, ma per l’idealistica convinzione di poter proteggere la sua realtà dalla violenza della guerra. Una convinzione che crolla sotto il peso di una realtà brutale, senza via d’uscita».
Le riprese si sono svolte per la maggior parte a Sarnano (MC), con alcune scene girate a San Ginesio e Montefalcone. Il corto ha visto inoltre la partecipazione di una troupe e un cast a prevalenza marchigiana, oltre ad attori di fama nazionale nazionale come Iacopo Olmo Antinori (“ Io e Te”, “ I nostri ragazzi”), Aglaia Mora (“Il Commissario Montalbano”, “Don Matteo”) e Saverio Marconi (“Padre padrone”).
« Non è la prima volta che Sarnano ospita un set cinematografico, ma questo cortometraggio ha un significato particolare per la nostra comunità, perché si ispira a un episodio di storia locale che Stefano Monti ha trasformato in un racconto dal grande valore simbolico – commenta il Sindaco di Sarnano Luca Piergentili – Interessante anche la scelta delle location nel nostro Comune come la Cascata dell’Antico Molino , la faggeta di Sassotetto , i vicoli del centro storico. Come Amministrazione stiamo lavorando per rendere questi luoghi sempre più appetibili alle produzioni cinematografiche e televisive, convinti che, investendo su progettualità a lungo termine, il cineturismo possa offrire enormi opportunità».
“E’ un piacere tornare a collaborare con il Comune di Sarnano dopo la realizzazione del film “ L’Erede ” del 2011 – sottolinea Anna Olivucci, responsabile di Marche Film Commission – anche per l’entusiasmo e la prontezza con la quale l’Amministrazione risponde alle molteplici richieste delle Produzioni. Aver sostenuto con il Bando Cinema 2020 un cortometraggio come Terzo tempo offre molte occasioni di interesse e riflessione: da una parte l’aderenza storica degli eventi raccontati, anche attraverso l’uso del dialetto – e dunque una lingua autentica all’interno della finzione – amplificano la curiosità e l’interesse verso i luoghi originari, offrendo spunti e sviluppi interessanti per gli itinerari cineturistici del Cluster regionale Marche Cinema , dall’altra l’intreccio toccante tra storie locali e Storia Nazionale potrà ispirare nuovi progetti di sviluppo per il cinema regionale, proprio a partire dai racconti di cui sono già impregnati i luoghi e che ne raccontano l’identità e l’essenza“.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’
AIA – Associazione Italiana Arbitri e dal
CONI Comitato Regionale Marche ed
è supportato anche dell’azienda tessile
Feel Blue srl, impegnata nella promozione di attività artistiche, culturali e sociali sul territorio. Da una settimana, infine, è attiva
una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso finalizzata a completare la raccolta dei fondi necessari: i sostenitori che saranno citati nei titoli di coda, avranno la possibilità di assistere alla proiezione online del corto con link privato, appena sarà disponibile per la distribuzione.
SINOSSI
Liberamente ispirato alla partita di calcio giocata a Sarnano nel 1944 tra ragazzi del posto e militari dell’esercito occupante, il corto racconta le vicende di Michele, giovane arbitro calcistico incaricato di organizzare la partita, e dei suoi amici Paolo e Giulio: prima nell’adolescenza quando suggellano la loro amicizia in un patto di sangue, poi in età adulta divisi da una guerra che li mette l’uno contro l’altro e infine in vecchiaia alle prese con un vissuto complesso e doloroso con cui chiudere i conti.